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Branding in difficoltà: come sfuggire ai labirinti di un’identità sbagliata e bruciare la concorrenza con luce propria

Era un tranquillo venerdì pomeriggio quando l’ultimo segno di vita della gloriosa marca IGNOTA, una volta sinonimo di innovazione, si smorzò nel grande oceano del mercato. Il motivo della sua scomparsa? Un branding sbagliato. Un errore fatalmente sottovalutato che si era nutrito di scelte mal calibrate, di messaggi confusi, di un’identità offuscata fino a far perdere alla marca il suo brillante bagliore. Una storia dolorosa, che suscita un brivido lungo la schiena di ogni marketing manager. Ma attenzione, cari lettori, non lasciamoci sopraffare dal timore.

Il prezzo di un branding errato: quando il cuore del marchio perde la bussola

Da un punto di vista squisitamente pragmatico, un branding sbagliato rappresenta un ostacolo tremendo per ogni impresa. L’identità di un marchio, il suo cuore pulsante, è una bussola fondamentale che guida i clienti attraverso il mare tempestoso del mercato. Quando questa bussola è danneggiata, l’effetto è devastante: clienti smarriti, vendite in calo, rivali che approfittano della situazione. Tutto sembra andare in pezzi.

Forse ricorderete il caso di una nota compagnia telefonica, che decise di rivoluzionare completamente il suo brand, spostando l’attenzione da un pubblico giovane a uno più adulto. Un cambiamento radicale, che si rivelò un completo disastro. I clienti si sentirono traditi, l’identità del marchio venne distorta, e la concorrenza fece incetta di clienti delusi. Questo è il prezzo da pagare quando il branding sbaglia direzione.

Il lato oscuro del branding: quando il terrore si trasforma in opportunità

Possiamo immaginare l’agitazione, la tensione che si respirava nelle sale riunioni, i manager che si strappavano i capelli cercando una via d’uscita. Il panico è un compagno feroce in questi momenti. Si intrufola nei pensieri, si aggrappa alle scelte, spinge a prendere decisioni affrettate. Ma attenzione, è proprio in queste circostanze che dobbiamo affrontare la realtà con lucidità.

Ogni sfida, anche la più terrificante, nasconde una possibilità di riscatto. Come diceva il poeta, non esiste notte tanto nera da non poter essere illuminata da una stella. E nel caso di un branding sbagliato, la stella che può guidarci fuori dall’oscurità è la nostra capacità di cambiare, di imparare dai nostri errori, di costruire un’identità di marca che rispecchi davvero i nostri valori e il nostro pubblico.

Ricostruire la connessione: la via del recupero dopo un branding errato

Il primo passo per correggere un branding sbagliato è quello di capire dove si è sbagliato. Bisogna fare un’analisi onesta, senza remore. Chiedersi: “Cosa non ha funzionato? Cosa ci ha fatto perdere contatto con il nostro pubblico? Cosa ha offuscato la nostra identità?”. Queste domande sono come fari nel buio, in grado di indicarci la strada da seguire.

Poi, è fondamentale recuperare il legame con i propri clienti. Ricordate la compagnia telefonica di cui parlavamo prima? Quando si resero conto dell’errore, lanciarono una campagna di comunicazione aperta, trasparente, in cui ammettevano il loro sbaglio e chiedevano ai clienti di dare loro una seconda opportunità. Si riappropriarono della loro identità originale e rafforzarono il legame con il loro pubblico.

Infine, la distinzione dalla concorrenza. In un mondo dove tutto sembra già essere stato detto e fatto, distinguersi non è facile. Ma non è impossibile. È qui che entra in gioco la creatività, l’audacia, la volontà di rompere gli schemi. Lasciate che il vostro marchio sia un faro luminoso, che si staglia contro il cielo notturno della concorrenza. Distinguetevi con un servizio unico, un prodotto di qualità, un’esperienza che i vostri clienti non potranno dimenticare. Non temete di essere diversi, perché è proprio nella diversità che risiede la vostra forza.

Lasciatemi concludere con un esempio pratico: Apple. Nonostante sia un gigante della tecnologia, Apple non ha mai smesso di puntare sull’unicità del suo branding. La mela morsicata è diventata un simbolo di innovazione, di qualità, di un design unico e inconfondibile. E nonostante la concorrenza feroce, Apple ha mantenuto la sua identità, la sua distintività.

Quindi, cari marketing manager, non abbiate paura degli errori. Guardateli come opportunità di crescita, come sfide da superare. Il branding sbagliato può essere corretto, può essere trasformato in un trampolino di lancio verso nuovi successi. Ricordatevi sempre: ogni marchio ha la sua luce, il suo bagliore unico. E il vostro compito è quello di farlo brillare. Perché un marchio che brilla, non può essere ignorato.

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