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Costruire un marchio di successo per le PMI: superare i bias cognitivi per creare un’identità unica e distintiva

Il branding è uno degli elementi fondamentali per il successo delle aziende, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI). A livello di marketing, esso rappresenta l’identità visiva e verbale di un’azienda e ne definisce l’immagine e la reputazione. In un mercato sempre più competitivo come quello di oggi, è importante che una PMI sia in grado di costruire un marchio forte e distintivo.

Tuttavia, quando si tratta di costruire l’identità di marca, è importante essere consapevoli dei bias cognitivi che possono influire sul processo di branding aziendale. I bias cognitivi sono, in breve, distorsioni mentali che influiscono sul modo in cui percepiamo e interpretiamo le informazioni. Questi bias possono influire sul processo di branding in molteplici modi.

Ad esempio, il bias di conferma può far sì che le PMI si concentrino troppo sulle loro convinzioni esistenti e che non considerino abbastanza le opinioni degli altri. Ciò può impedire a una PMI di comprendere veramente i desideri e bisogni del proprio pubblico target e di costruire un marchio efficace in termini di comunicazione.

Il bias di familiarità, d’altra parte, può far sì che le PMI risultino troppo attaccate agli elementi di branding esistenti e non siano disposte a considerare alternative che potrebbero essere più efficaci, impedendo all’azienda di evolversi e di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato.

Per evitare questi bias cognitivi, è importante che le persone interne all’azienda siano consapevoli delle proprie distorsioni mentali e siano disposte a considerare più prospettive. Questo può significare raccogliere feedback da diverse fonti, tra cui il proprio pubblico target, esperti esterni di branding e altri stakeholder dell’azienda.

Gli strumenti di branding su cui una PMI dovrebbe investire senza esitare

Oltre a superare i bias cognitivi, le PMI devono anche investire sullo sviluppo dei giusti strumenti di branding, al fine di costruire un marchio di successo. Ecco alcune attività chiave per dare vita a questi strumenti di branding:

  • Sviluppo di un messaggio di marca coerente: un messaggio di marca coerente è fondamentale per la costruzione di un’identità del marchio forte e coerente. Questo include la definizione del tono di voce, del posizionamento e della promessa del marchio.
  • Creazione di un logo distintivo: il logo è il simbolo visivo del marchio e deve essere unico e memorabile. La creazione di un logo distintivo richiede anche la comprensione profonda della personalità dell’azienda e della sua storia.
  • Sviluppo di un sito web professionale: il sito web è il biglietto da visita digitale del marchio e deve essere attraente, intuitivo e facile da usare. Un sito web ben progettato aiuta a rafforzare la presenza del marchio e a generare fiducia nel pubblico.
  • Creazione di contenuti di qualità: i contenuti di qualità, come gli articoli del blog, il materiale foto e video, e le pubblicazioni sui social media sono un ottimo modo per costruire relazioni con il pubblico e rafforzare la presenza del marchio.

Investire su queste attività e su questi strumenti di branding è un ottimo modo per le PMI di costruire un marchio e un’immagine aziendale efficace per il proprio target di riferimento.

Occhio però a non sottovalutare il ruolo dei bias cognitivi, di seguito ne vediamo alcuni.

5 bias cognitivi da non sottovalutare quando si parla di Branding

I bias cognitivi possono influire sul processo di costruzione del marchio e impedire di prendere decisioni obiettive. Ecco 5 bias cognitivi da non sottovalutare quando si parla di branding:

  1. Il bias di conferma: questo bias ci spinge a cercare conferme per le nostre idee e a ignorare le informazioni contrarie. Nel branding, questo atteggiamento può portare a una sovrastima della propria identità e a un’ignoranza dei feedback.
  2. Il bias di familiarità: il bias di familiarità ci fa scegliere opzioni note o familiari, anche quando non sono le migliori. Nel branding, può impedire di prendere in considerazione le nuove opportunità o le soluzioni innovative.
  3. Il bias del fondatore: questo bias si verifica quando i fondatori dell’azienda sono troppo legati alla propria visione e non risultano quindi aperti a feedback o a suggerimenti esterni. Nel branding, questo può impedire all’azienda di adattarsi ai cambiamenti del mercato o di prendere in considerazione le reali e sempre nuove esigenze dei clienti.
  4. Il bias della soddisfazione del cliente: questo bias ci fa concentrare troppo sulla soddisfazione attuale dei clienti, anziché sulla loro fedeltà a lungo termine. Nel branding, questo può portare a soluzioni a breve termine non in grado di centrare gli obiettivi aziendali a lungo termine.
  5. Il bias del gruppo: questo bias ci porta a seguire le opinioni e le decisioni del gruppo, anziché basarci sui risultati oggettivi delle nostre analisi e sul nostro giudizio. Nel branding, questo può impedire di prendere decisioni uniche e innovative in grado di distinguere il nostro marchio dalla concorrenza.

Per evitare questi bias cognitivi, è importante essere consapevoli della loro esistenza e cercare di prendere decisioni obiettive basate su dati e analisi, anziché su opinioni personali o influenze esterne.

Insomma, occorre mettere da parte le abitudini e puntare tutto sul cambiamento

Costruire un marchio di successo per le PMI richiede dedizione, impegno e una mentalità aperta al cambiamento. Superare i bias cognitivi e investire negli strumenti giusti può aiutare le PMI a creare la propria identità in maniera unica e memorabile. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, occorre mettere da parte le abitudini e essere disposti a cambiare e a mettersi davvero in gioco. Solo così le PMI potranno differenziarsi dalla concorrenza e ottenere il successo sul lungo termine. Non è un processo facile, ma con la giusta mentalità e gli strumenti adeguati, è possibile trasformare la propria azienda in un brand di successo.

“Il branding è la promessa di un’esperienza unica” – Phil Knight

In sintesi, come disse il fondatore di Nike, creare un marchio di successo significa essere in grado di costruire un’esperienza unica… e saperla raccontare senza cadere nella trappola dei bias cognitivi è sempre più importante. Soprattutto nel mondo di oggi, in continua evoluzione e pieno di cambiamenti.

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