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L'oscura eleganza di Tabù: l'evoluzione della pubblicità del brand Perfetti Van Melle
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L’oscura eleganza di Tabù: l’evoluzione della pubblicità del brand Perfetti Van Melle

Nell’universo dolciario, poche storie sono tanto affascinanti e avvolte nel mistero quanto quella di Perfetti Van Melle (fino al 2001 era solo Perfetti) e il suo celebre spot delle Caramelle Tabù. La pubblicità anni ’80 era un’epoca di esperimenti audaci e innovazione, e Tabù si stagliava nel firmamento delle campagne pubblicitarie come un’eclissi solare, attraente e inquietante al tempo stesso.

Il protagonista dell’iconico spot era un personaggio animato nero su sfondo nero, identificabile solo dai lineamenti del viso, dai guanti bianchi alle mani e dal papillon rosso. La sua figura elegante e misteriosa, che emergeva dal buio come un camaleonte, incantava il pubblico con un’aura di fascino e seduzione. Tale era la forza evocativa di questo personaggio che, ancora oggi, la sua immagine viene associata all’indimenticabile sapore delle Caramelle Tabù.

La pubblicità degli anni ’80 era caratterizzata da una spinta creativa senza precedenti, una fusione di arte e commercio che spesso sfumava i confini tra i due mondi. Le campagne di quegli anni erano un caleidoscopio di colori vivaci, musiche orecchiabili e slogan indimenticabili, il tutto condito con un pizzico di eccentricità e anticonformismo. In questo contesto, il personaggio di Tabù si distingueva per il suo minimalismo e l’eleganza delle forme, una scelta stilistica che andava controcorrente rispetto al clima visivo dominante.

Il brand Perfetti Van Melle, azienda italiana leader nel settore delle caramelle e chewing gum, fu in grado di comprendere l’importanza di creare un’identità unica e memorabile per il proprio prodotto. Il risultato fu lo spot di Tabù, un capolavoro di animazione e storytelling che riuscì a catturare l’immaginario collettivo e a trasformare le Caramelle Tabù in un’icona della cultura pop.

Ma come si confronta la pubblicità di Tabù con quella dei giorni nostri? Siamo passati dai colori sgargianti degli anni ’80 ai toni pastello e ai gradienti delle palette cromatiche di oggi. La musica, un tempo protagonista assoluta delle campagne, ha lasciato il posto a un’attenzione maggiore verso i contenuti, spesso veicolati attraverso piattaforme digitali e social media. Le strategie di marketing mirano ad instaurare un rapporto diretto con il consumatore, creando una connessione emotiva e un senso di appartenenza al brand.

In questo scenario, il personaggio di Tabù, seppur ancorato a un’epoca passata, conserva il suo fascino intramontabile. La sua misteriosa figura, nata dall’oscurità e avvolta in un alone di enigma, potrebbe ancora trovare un posto nel panorama pubblicitario attuale. Forse, proprio grazie alla sua natura enigmatica, il personaggio di Tabù potrebbe incarnare le inquietudini e le contraddizioni della società contemporanea, offrendo una prospettiva diversa su temi come l’inclusione, la diversità e l’individualità.

Se da un lato, la pubblicità moderna ha abbracciato l’iper-realismo e la narrazione autentica, dall’altro, l’elemento onirico e surreale di Tabù potrebbe aprire nuove porte all’immaginazione e alla creatività. In un mondo in cui le campagne pubblicitarie cercano di colpire il cuore e la mente del consumatore attraverso la condivisione di esperienze e storie personali, un personaggio come Tabù potrebbe offrire un momento di pausa, un invito a esplorare l’ignoto e a sperimentare l’inatteso.

Perfetti Van Melle ha dimostrato, con il suo spot delle Caramelle Tabù, di saper interpretare il linguaggio della pubblicità e di cavalcare l’onda delle tendenze, pur mantenendo un’impronta distintiva e memorabile. Ecco perché, anche a distanza di decenni, la figura di Tabù rimane un’icona intramontabile e un simbolo dell’evoluzione della comunicazione visiva nel tempo.

Per concludere possiamo dire che il brand Perfetti Van Melle e il suo spot delle Caramelle Tabù rappresentano un pezzo di storia della pubblicità, un esempio di come la creatività e l’innovazione possano essere al servizio dell’arte e del commercio. La differenza tra la pubblicità degli anni ’80 e quella attuale è innegabile, ma ciò che accomuna entrambe le epoche è la ricerca costante di nuove forme di espressione e di nuovi modi per raccontare storie e emozionare il pubblico.

E forse, proprio tra i meandri del mistero e dell’eleganza di Tabù, si cela la chiave per comprendere il futuro della pubblicità: un’arte in continua evoluzione, pronta a reinventarsi e a sorprendere, senza mai dimenticare le proprie radici e le lezioni del passato.

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