Negli anni ’90, un giovane e praticamente sconosciuto Stefano Accorsi appariva sugli schermi televisivi italiani con un tormentone destinato a rimanere nella storia: “Two gust is megl che uan”. Una frase dall’inglese maccheronico, pronunciata con un inconfondibile accento emiliano, che non ha forse aiutato Accorsi a conquistare ragazze, ma ha senza dubbio reso indimenticabile lo spot del gelato Maxibon.
Ora, mentre voi vi chiederete cosa c’entra tutto ciò con il branding, la comunicazione e il marketing, lasciatemi spiegare. Questa famosa frase non solo ha reso Maxibon un prodotto distintivo, ma ha rivelato una strategia di marketing potente e sottile: la doppia esposizione. Ma andiamo per ordine.
Il marketing si basa sulla creazione e sulla diffusione di messaggi. Questi messaggi devono essere accattivanti, devono suscitare emozioni e, soprattutto, devono essere ricordati. Ma come si fa a creare un messaggio tanto forte da rimanere impresso nella mente dei consumatori?
La risposta a questa domanda risiede in parte nel concetto di ‘doppia esposizione’. Questa non è una mera sovrapposizione di due immagini, ma un’abile fusione di due elementi distinti per creare un’esperienza unica. Nel caso di Maxibon, questi due elementi erano il doppio gusto del gelato e l’immagine di un giovane Accorsi, all’epoca una faccia nuova ma che avrebbe presto scalato le vette del cinema italiano.
Nello spot, Accorsi non si limita a recitare una battuta, ma si esprime in un inglese stentato, rendendo il messaggio non solo divertente, ma anche memorabile. Questo mix di umorismo e ‘cattivo’ inglese ha portato il prodotto a emergere dalla massa, con un messaggio chiaro e diretto: Maxibon offre due gusti, dunque doppia soddisfazione. ‘Two gust is megl’ che uan’, dopotutto.
Ma non è solo il messaggio ad essere importante. Ciò che rende la doppia esposizione efficace è la coerenza tra i due elementi. Nel caso di Maxibon, il doppio gusto del gelato rispecchia la doppia personalità di Accorsi nello spot: da un lato il ragazzo timido e impacciato, dall’altro l’audace seduttore. Entrambi i lati del prodotto e del portavoce sono essenziali per il successo del messaggio.
E qui arriviamo al punto chiave. La doppia esposizione non è solo un trucco pubblicitario: è una strategia che può essere applicata a ogni aspetto del branding e della comunicazione. Che si tratti di un prodotto, di un servizio o di un’intera azienda, l’unione di due elementi distinti può creare un’immagine più forte e duratura.
Pensate ad Apple, per esempio. Il marchio non è solo sinonimo di tecnologia d’avanguardia, ma anche di design raffinato. Questa doppia identità ha permesso ad Apple di distinguersi dai concorrenti e di attrarre una vasta gamma di consumatori. O considerate Starbucks: non solo caffè, ma anche un luogo accogliente dove trascorrere il tempo.
Il concetto di doppia esposizione può anche essere utilizzato nella comunicazione interna. Un’azienda può promuovere la propria cultura aziendale sia come un luogo di duro lavoro, sia come un ambiente di supporto e collaborazione. Questa doppia immagine può aiutare a creare un senso di appartenenza tra i dipendenti e ad attrarre talenti.
In conclusione, la doppia esposizione è un potente strumento di branding e comunicazione. È una strategia che non solo rende un prodotto o un servizio distintivo, ma crea un’esperienza unica per i consumatori. E come ha dimostrato Stefano Accorsi con il suo “Two gust is megl’ che uan”, può anche essere il trampolino di lancio per una carriera di successo.
Ricordate: due gusti, due immagini, due messaggi sono sempre meglio di uno. Soprattutto se uniti in modo coerente e creativo. Sfruttate il potere della doppia esposizione e fate della vostra azienda, del vostro prodotto o del vostro servizio qualcosa di veramente indimenticabile.