Oggi, ci ritroviamo in compagnia di una importante figura nel panorama del pensiero contemporaneo: Mario Raso, un acuto autore neoumanista. Con lui, ci prepariamo a navigare in un oceano di idee, affrontando argomenti che vanno dal suo personale processo creativo alla potenza della narrazione.
Ci addentreremo nel ruolo del neoumanesimo nella comunicazione odierna e indagheremo come l’approccio umanista possa influenzare il rapporto tra un marchio e il suo pubblico. Preparatevi per una conversazione stimolante, ricca di spunti di riflessione.
In qual modo il tuo processo creativo, da umanista, si riflette nel modo in cui scrivi?
Ogni essere animale vegetale o minerale, prende la linfa da ciò che lo nutre e ne alimenta le radici, formandolo nell’affrontare gli eventi e le avversità della natura. Le radici (gli studi) dell’umanista, come quelle della vite, sono molto profonde, riescono a trovare le fonti scendendo in profondità. Le fonti sono gli autori classici della letteratura, come della filosofia e in pratica di tutte le discipline umanistiche contemporanee. Ma nel contempo gli esseri, sono il riverbero del loro vivere.
Mi spiego meglio, un motto italiano dice, parla come mangi. Ecco, mettiamo che io sia un cuoco italiano, la mia cucina sarà ispirata dalla dieta mediterranea come da tutte le regioni italiane, ma essendo un creativo nei miei piatti naturalmente ci sarà la ricetta classica rivisitata, mantenendo gli ingredienti base. Naturalmente, in un piatto di bucatini all’amatriciana non metterò mai la panna o né nei tortellini metterò il ragù o la salvia. Gli studi come le esperienze del vissuto, sono il modus operandi dell’autore neoumanista, sempre ad attingere alle fonti della conoscenza per dissetarsi e dissetare.
A tuo avviso, quali aspetti del neoumanesimo sono più significativi per la comunicazione nel mondo contemporaneo?
Premesso che è impossibile non comunicare: la comunicazione è un armadio contenente abiti e scarpe per ogni stagione. Mi spiego meglio, la comunicazione, e lo sappiamo, è a prescindere del linguaggio verbale. Il neoumanesimo abbraccia – nel senso che ha come articolazioni del proprio corpo – tutte le discipline umanistiche, e usa le nuove scienze, riferite alle scienze neurologiche e della psiche come le scienze sociali, studiando per conoscere meglio gli esseri.
Parlo di esseri, perché credo che non possiamo escludere l’uomo dal suo habitat, in quanto l’habitat e l’uomo si sentono e comunicano anche se non dialogano. Vedi i cambiamenti climatici, la globalizzazione e le epidemie non sono naturali, ma generate dall’uomo e la natura risponde ovviamente, e non naturalmente.
Come ritieni che un approccio umanista alla comunicazione possa incidere sul rapporto tra un marchio e il suo pubblico?
Tutti sanno che Marchionne è stato il grande manager di un famoso marchio, ma pochi sanno che quest’uomo aveva anche una laurea in filosofia, e questa le ha dettato una strategia di lavoro, ha favorito lo sguardo d’insieme, proiettato verso mete impensabili, e ha saputo coinvolgere il mondo, scardinando principi vecchi e inventando una nuova strada, costruendo ponti coi mattoni dei muri abbattuti. Cosa ha fatto il top-manager? Ha compensato il mondo del lavoro industriale e l’ingegneria, con la filosofia applicata.
Un altro grande uomo laureato in filosofa, che ha cambiato il mondo, è stato Bruce Lee il maestro di arti marziali. Durante una prova di combattimento, affrontando un altro maestro per poter avere il diritto di insegnare a tutti la sua disciplina, fino ad allora esclusiva dei cinesi, Lee alla fine del combattimento fu ferito gravemente alla spina dorsale.
Ebbene, grazie alla forza d’animo e alla filosofia uniti all’amore per la vita e per la moglie che di li a poco gli avrebbe dato un erede, il maestro in poco tempo è riuscito a rimettersi in forma e battere il record mondiale, mettendo ko il maestro rivale che lo aveva colpito alle spalle in meno di 60 secondi. Nel giro di poco tempo Bruce Lee è diventato il divulgatore di arti marziali più famoso al mondo.
In che modo l’applicazione dei principi umanistici possono contribuire a migliorare la percezione e la reputazione di un marchio?
L’uomo ha bisogno di morale e di etica, ovvero di essere formato anche e specialmente dagli studi umanistici i soli a consentirlo: questi rendono la mente atta ad aprirsi e a trovare, sempre, le soluzioni ai problemi. Un marchio ha bisogno di essere percepito buono, bello, piacevole.
Per gli antichi greci da Pitagora in poi l’ordine e il buono erano belli, e tutta la filosofia era improntata sull’utilità e non sull’inutilità. Ciò che è buono è sano e degno di rispetto, in quanto armonia, per definire il bello occorre che questo concetto rispetta i canoni estetici – morali ed etici. Un marchio per avere una buona reputazione deve essere apprezzato per la sua condotta.
Secondo te, come potrebbero le aziende sfruttare il potere della narrazione per instaurare legami più profondi e duraturi con il proprio pubblico?
Il logos ieri come oggi dialoga, i poeti e gli aedi prima hanno sempre preso la fantasia per meravigliare. Ciò che ci sorprende ci prende, ci dà la meraviglia, la narrazione deve meravigliare e prenderci. Ogni bella storia è una buona narrazione che semina in chi l’ascolta storie affascinanti.
Ci ricordiamo di ciò che ci ha colpito e a cui ci sentiamo legati, infatti, a distanza di molto tempo il ricordo ritorna e questo ci fa piacere. Il pubblico sa se raccontiamo bugie o realtà, se raccontiamo bugie tradiamo, se raccontiamo la realtà siamo leali.
E così concludiamo il nostro viaggio con Mario Raso, attraverso le profondità del neoumanesimo e le sue applicazioni nella comunicazione contemporanea. Le sue parole ci ricordano l’importanza dell’etica, della morale e dell’onestà, non solo nell’arte della narrazione, ma anche nella creazione e nella gestione di un marchio.
Raso ci ha offerto preziose intuizioni su come la filosofia umanista possa trovare il suo posto nell’era moderna, influenzando tutto, dal nostro approccio alla scrittura alla relazione tra un marchio e il suo pubblico. Questo dialogo con Raso non ci ha solo dato una comprensione più profonda del neoumanesimo, ma ci ha anche sfidati a riflettere su come possiamo integrare questi principi nei nostri percorsi personali e professionali.
Mario Raso
Autore Neoumanista
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